Minolta

Minolta Camera Co. Ltd., Osaka, Giappone

 

La storia della Minolta inizia nel 1923, e la sua nascita è dovuta ad un terremoto! Kazuo Tashima era un impiegato in un quotidiano, e allorquando un terribile terremoto colpì Tokyo perse il lavoro. Tornò quindi a Osaka dal padre, che lo inviò in Europa per affari. Visitò Parigi, Londra e Berlino e si innamorò letteralmente delle cineprese là prodotte, tanto che, una volta tornato in patria, decise di dedicarsi alla fabbricazione di una cinepresa in proprio. Era il 1928 quando Kazuo, vincendo le forti resistenze del padre, impiantò una fabbrica di cineprese insieme a due amici tedeschi. La fabbrica si chiamò Nichi-Doku Shashinki Shokai, che significa, più o meno, "officina di cineprese nippo-tedesche". La loro prima cinepresa fu dotata di obbiettivi tedeschi e otturatore centrale. Nel 1931 la società cambiò, finalmente, nome divenendo "Molto Goshi Kaisha".; ma sei anni dopo cambiò ancora nome in "Chiyoda Kogaku Seiko Kabushiki Kaisha". Iniziò anche la fabbricazione in proprio di obbiettivi, i famosi "Rokkor", che prendeva nome da una montagna di 932 metri che si trova vicino ad Osaka. La Minolta, in effetti, allora ebbe molta più fortuna producendo obbiettivi, come ad esempio il "Rokkor 75mm f/3.5" del 1946, il primo obbiettivo giapponese con un rivestimento antiriflesso. E' più o meno allora che il nome divenne definitivamente mutato in Minolta. L'origine di questo nome deriva dalla abbreviazione di "Mechanism, Optics and Lenses by Tashima" cioè MOLTA, poco dopo si scelse appunto Minolta, perchè evidentemente era meglio dal punto di vista fonetico, che significava: "Mechanism, INstruments, Optics and Lenses for TAshima". Solo nel 1957 la Minolta iniziò ad uscire dai suoi confini e ad esportare in Europa. Nel 1962 uscì la "Minolta Zoom-8": era una macchina piuttosto pesante, fornita di un mirino reflex e un obbiettivo 10-30mm f/1.8 zoom 3x. Passano solo due anni e la Minolta, seguendo la moda del momento produce la "Minoltina-8", che misurava soltanto 18,4x11,8x4,8 cm. Quando era inutilizzata l'impugnatura si ripiegava andando a coprire l'obbiettivo per proteggerlo. Era molto più leggera dell aprecedente (950 grammi) ed era venduta ad un prezzo molto competitivo. Nello stesso anno, comunque, la Minolta faceva uscire la "Autozoom-8", che conteneva un motore che faceva muovere lo zoom. Era un obbiettivo eccezional eper il tempo: 15 elementi in uno zoom da 8,5-34mm f/1,4 da 4x. Nel 1965 la Minolta la sua sede europea ad Amburgo e un anno più tardi la società vende la sua prima cinepresa Super 8. La nuova serie si chiamava "Minolta Autopak-8" ed uscì in varie versioni, tutte contraddistinte da una sigla: K3, K5, K7 e K11. Successivamente uscirono la S3 e la S6. Dopo il 1969 la Minolta badò anche all'estetica eal miglioramento dell eprestazioni. La Minolta Autopak-8 D10, ad esempio, era una cinepresa Super8 semiprofessionale, con uno splendido zoom da 7-70mm e una apertura f/1.8, con un ingrandimento 10x. La storia successivaè un susseguirsi di grandi successi e di splendide macchine da presa. Ma questa è storia recente.

Minolta Reflex Zoom 8 Electric

 

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Costruita nel 1962, questa cinepresa è dotata di un obbiettivo Zoom-Rokkor 1:1,8 da 10-30mm. Pesa kg. 1,500 e misura 185x130x55 (senza considerare l'impugnatura, in cui trovano alloggiamento le batterie). E' di colore bianco, con la parte avanzata di colore verde chiaro. Quando uscì fu indubbiamente un evento, perché introduceva un nuovo sistema di misurazione della luce. Fu costruita a Osaka. E' abbastanza difficile trovare una Minolta Reflex Zoom 8 intatta, perché il rivestimento in similpelle dell'impugnatura si rovinava facilmente (ed infatti anche la cinepresa in mio possesso è purtroppo priva della originale ricopertura dell'impugnatura)

 

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